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Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media per l’acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo poco meno di 230 euro per un valore complessivo intorno ai 3,5 miliardi di euro

Dal 7 luglio al via i saldi estivi in Lombardia: per 60 giorni consecutivi, per la precisione fino al 4 settembre, è caccia grossa all’affare per rinfrescare il guardaroba per le vacanze.

Le prime indicazioni statistiche parlano di circa 100 euro la spesa media pro- capite per l’abbigliamento in saldo.

Ma vediamo più analiticamente i dati elaborati dal Centro Studi di Confcommercio:

 

Valore dei saldi estivi per l’abbigliamento e le calzature – 2018

 

Valore dei saldi estivi (miliardi di euro) 3,5

Numero famiglie italiane (milioni) 25,9

Numero famiglie che acquista in saldo (milioni) 15,6

Acquisto medio a famiglia per saldi estivi (euro) 227

Numero medio dei componenti di una famiglia 2,3

Acquisto medio per persona (euro) 98

 

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Renato Borghi, presidente di Federmoda Italia

Il presidente di Federazione Moda Italia e Vice presidente di Confcommercio, Renato Borghi, commenta: “Dopo una stagione primavera/estate non proprio esaltante dal punto di vista dei consumi di abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori ed articoli sportivi c’è attesa per questi saldi estivi che rappresentano un banco di prova per il dettaglio moda multibrand. I saldi, tenendo conto anche di previsioni di vendita pressoché in linea con quelle dell’anno scorso, continuano ad essere appetibili per i consumatori nonostante un contesto di concorrenza globale, o meglio di ‘dittatura digitale’, capace di condizionare tutto, dalla filiera produttiva al modo delle persone di consumare e relazionarsi. Abbiamo chiesto l’introduzione della web tax perché i colossi del web devono stare nello stesso mercato con le stesse regole e con le stesse imposte delle nostre attività. A questo proposito, auspichiamo che la Ue guardi a quanto deciso dalla Corte Suprema USA che ha dato il via libera alle tasse sulle vendite on-line”.

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base:
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
Confcommercio segnala, inoltre, le varie iniziative promosse sull’intero territorio nazionale da Federazione Moda Italia, come “Saldi Chiari”, “Saldi Trasparenti”, “Saldi Tranquilli”.